Uno studio francese, condotto dall’associazione dei consumatori UFC-Que Choisir, sostiene che gli elettrodomestici a basso consumo non convengono in termini economici ai consumatori, in quanto l’investimento iniziale più elevato per acquistare macchine più efficienti, non viene compensato dall’eventuale risparmio in bolletta sul lungo periodo, come invece promesso da tutte le aziende produttrici.

Tutto ciò che abbiamo udito in questi anni, riguardo la necessità di acquistare apparecchi elettronici a basso consumo energetico non solo per migliorare la qualità di vita dell’ambiente ma anche per risparmiare, sarebbe in realtà uno specchietto per le allodole?

La ricerca francese è molto esplicita a riguardo: un frigocongelatore di classe A++  costa in media 282 euro in più rispetto a quelli in classe A; dopo dieci anni di vita, il risparmio complessivo in bolletta però è di soli 160 euro ed è probabile che il frigo abbia anche concluso la sua vita, richiedendo una sostituzione.

Un altro esempio riguarda invece le asciugatrici, le quali non offrono nessun risparmio in termini economici, sempre secondo lo studio della UFC-Que Choisir: un’asciugabiancheria in classe A costa in media 532 euro in più rispetto a uno stesso apparecchio in classe C, ma dopo dieci anni il risparmio totale in bolletta corrisponde solamente a 290 euro.

Dovremo quindi rassegnarci al fatto che l’elettrodomestico a basso consumo è da acquistare soltanto per il bene dell’ambiente e non anche per un nostro risparmio economico?

Il sistema bonus-malus

L’associazione dei consumatori francese che ha condotto lo studio in questione, propone un nuovo sistema per gli elettrodomestici, basato sul “bonus-malus” delle assicurazioni auto: un frigorifero in classe A ++ potrebbe fornire un bonus di 100 euro, mentre uno in classe A fornirebbe un malus di 40 euro; questo è naturalmente soltanto un esempio relativo alla proposta di UFC-Que Choisir, senza nessuna corrispondenza con la realtà.

Questo studio può valere anche in Italia?

Lo studio francese è ovviamente imperniato sulla realtà locale, propria della Francia. Ma può valere anche in Italia lo stesso discorso? Ovviamente c’è una variabile che potrebbe cambiare la situazione nel nostro Paese: il costo dell’energia elettrica.

Confrontando il consumo tra due identiche situazioni, una in Francia e una in Italia, si evince una certa differenza:  per un consumo pari a 2700 kWh, con 3 kW di potenza impegnata, la famiglia francese spende 376 euro l’anno, contro i 463 della famiglia italiana.

Per un consumo pari a 4500 kW, con potenza impegnata 6 kW, la famiglia francese spende 450 euro contro i ben 1154 euro della famiglia italiana. Ne consegue che il costo dell’energia in Italia è notevolmente più alto rispetto alla situazione francese.

Rifacendo quindi tutti i calcoli che hanno portato ai risultati di questo studio francese, possiamo dedurre che in Italia la situazione sia diversa: essendo il costo di ogni singolo kW maggiore, il risparmio sul lungo periodo in termini economici riguardante un elettrodomestico a basso consumo energetico, è sicuramente più elevato in Italia che in Francia.

Ma per capire veramente se il costo iniziale sarà compensato dal risparmio in bolletta, occorrerebbe rivedere tutte le cifre nel dettaglio.