Lo smaltimento dei rifiuti compare senza ombra di dubbio tra gli argomenti più dibattuti degli ultimi anni: questo poiché l’impatto ambientale e la situazione in cui versa attualmente il pianeta, rappresenta ora più che mai una tematica scottante in virtù di una ridotta sensibilità da parte dell’uomo che spesso dimentica l’importanza di salvaguardare la natura che ci circonda, anche solo attraverso piccole accortezze da praticare tra le mura domestiche. Tuttavia la diffusione di nuove tecnologie ha fatto passi da gigante e oggi è possibile intervenire in prima persona, riducendo la produzione di rifiuti mediante l’installazione e l’utilizzo di un tritarifiuti domestico o dissipatore.

Come funziona il tritarifiuti

Il tritarifiuti domestico o dissipatore di rifiuti, rappresenta ad oggi la soluzione più pratica ed efficace per eliminare in maniera definitiva lo stoccaggio dei rifiuti organici all’interno dell’abitazione. I rifiuti, chiamati comunemente umidosono rappresentati infatti dagli scarti alimentari e da tutti i prodotti considerati biodegradabili o comunque compostabili. Di norma vengono conservati negli appositi bidoni forniti da ogni Comune per la raccolta differenziata, per poi essere ritirati in giorni e orari prestabiliti dai preposti alla raccolta.

Tale spazzatura viene comunemente riciclata sotto forma di compost destinato alla coltivazione e alla fertilizzazione del terreno, anche se di fatto, il territorio non appare completamente attrezzato e può capitare che in certi casi, lo stesso smaltimento, rappresenti un vero problema, questo poiché la fermentazione dei rifiuti organici tende a provocare la formazione di tossine potenzialmente dannose per la salute e come se non bastasse, lo stoccaggio domestico può comunque finire per attirare animali sgraditi, insetti e parassiti, esattamente come avviene nelle discariche dove la proliferazione batterica la colonizzazione di animali potenziali portatori di malattie, rappresenta purtroppo una regola.

Il tritarifiuti consente di ovviare tutte queste spiacevoli problematiche, riducendo quasi a zero la produzione di spazzatura a carico del nucleo famigliare e permettendo di contribuire attivamente alla salvaguardia del Pianeta, evitando il sovraccarico delle discariche e risparmiano anche sulle tasse, specie nelle località dove viene conteggiata l’effettiva produzione di rifiuti mediante l’utilizzo di un’apposita tessera magnetica.

A cosa serve il tritarifiuti o dissipatore

Quando ci si orienta all’acquisto di un tritarifiuti, è opportuno risultare perfettamente informati circa il dispositivo che si ha di fronte e sulle relative capacità dello stesso, di smaltire l’organico nella maniera più ecologica ed efficiente: questa infatti compare tra le prime preoccupazioni di chi desidera munirsi di questa tipologia di elettrodomestico con la certezza di selezionare un modello realmente funzionale.

A rendere il dissipatore di rifiuti così vantaggioso è senza dubbio il relativo concept: esso infatti è pensato per poter eliminare in modo semplice e immediato, tutti i materiali che comunemente tendono ad infiltrarsi all’interno del tubo di scarico del lavandino così come il materiale organico di norma raccolto nei sacchetti biodegradabili volti alla raccolta differenziata. Inserendo semplicemente i rifiuti organici in un’apposita bocchetta presente nel lavandino, questi vengono triturati e smaltiti rapidamente mediante un sistema di tubature predisposte.

Tritarifiuti domestico

Statistiche recenti attestano che gran parte dei rifiuti è caratterizzata proprio da materiale organico, che potrebbe essere tranquillamente smaltito in autonomia proprio grazie all’utilizzo di questa tipologia di dispositivo. Sfruttare dunque un tritarifiuti domesticonon significa servirsene per smaltire ogni genere di rifiuto perché introdurre al suo interno rifiuti inorganici o indifferenziati, potrebbe irrimediabilmente pregiudicarne la funzionalità.

La presenza di ingranaggi rotanti interni fa da supporto all’acqua corrente così come alla pulizia delle tubature, favorendo la circolazione dei liquidi a carico del dispositivo e mantenendo in questo modo un ambiente circostante pulito e perfettamente igienizzato. I tritarifiuti più avanzati e all’avanguardia si avvalgono di strumentazioni meccaniche di ultima generazione e di sistemi di smaltimento rapido che, uniti insieme, consentono il totale smaltimento dei composti organici, col vantaggio di poter essere utilizzato in totale sicurezza da ogni membro appartenente al nucleo familiare.

Caratteristiche del tritarifiuti

Il tritarifiuti o dissipatore è un dispositivo nato agli inizi del XIX secolo per ragioni legate alla praticità e pulizia: il sistema interno che lo caratterizza nasce da molteplici sperimentazioni che nel corso del tempo hanno determinato la creazione di modelli sempre più sofisticati e perfettamente in grado di eliminare ogni genere di rifiuto organico, comprese eventuali ossa animali.

Una banale forma cilindrica o cubica, è vero che solo apparentemente non farebbe certo pensare a una tecnologia particolarmente avanzata, tuttavia le case costruttrici, proprio per assecondare le norme sempre più stringenti da parte dei Governi, hanno studiato a lungo proprio per riuscire a realizzare modelli sicuri e sempre più efficienti, in grado di essere utilizzati non solo dai professionisti della ristorazione ma anche dal consumatore medio, senza rischi e con estrema immediatezza.

I nuovi modelli possono essere facilmente installati al di sotto del lavandino, in modo tale da filtrare ogni genere di materiale che defluisce all’interno del tubo di scarico del rubinetto. La presenza di lame e dischi circolari in grado di ruotare a diverse velocità, consentono quindi il rapido passaggio del cibo, a sua volta veicolato verso apposite pareti che ne determinano la polverizzazione. Insieme alla camera di scarico, tali elementi strutturali risultano particolarmente importanti poiché coinvolti direttamente nella triturazione dei rifiuti organici e del conseguente smaltimento per mezzo di apposite tubazioni. Conoscere la capacità contenitiva della camera di scarico è importante poiché permette di stabilire prima dell’acquisto, l’entità del quantitativo di rifiuti facilmente eliminabile durante l’utilizzo.

Il tritarifiuti è di fatto un elettrodomestico che opera in funzione dei propri ritmi, anche se a volte può presentare specifiche impostazioni che consentono di ottimizzarne le prestazioni: tuttavia generalmente non può essere sottoposto a quantità illimitate di scarti alimentari, proprio per evitarne il conseguente intasamento. Da non sottovalutare in fase di acquisto anche il motore, lo stesso che permette all’impianto triturante di superare la resistenza opposta dai rifiuti solidi inseriti al suo interno.

Cosa si può smaltire nel tritarifiuti domestico

Il dissipatore rifiuti, come si evince facilmente, deve dunque essere utilizzato con criterio, questo poiché lo stesso non consente lo smaltimento di ogni genere di rifiuto indistinto. Plastica, vetro, legno e metalli ad esempio non possono essere introdotti al suo interno: si tratta di materiali comunemente impiegati per gli imballaggi quali lattine, buste di plastica e sacchetti che in questo caso vanno comunque smistati per la comune raccolta differenziata, in modo tale da consentire il corretto funzionamento dell’apparecchio, senza pregiudicarne l’integrità.

Il tritarifiuti è concepito per l’eliminazione rapida di composti oleosi, scarti derivati dalla cottura dei cibi, lische, semi e ogni altro genere di elemento che tende a finire inevitabilmente all’interno dei tubi di scarico mentre si lavano i piatti e che in questo caso viene invece stoccato e smaltito in modo da evitare la formazione di cattivi odori all’interno dell’abitazione. Tuttavia la differenziazione vale anche per i rifiuti organici poiché presentando consistenze e caratteristiche fisiche differenti, possono richiedere tempistiche di smaltimento altrettanto diverse da parte del sistema meccanico.

Se alimenti di piccole dimensioni quali materiale organico unto di olio e di sugo sono tra i prodotti più semplici da smaltire, ossa, bucce di frutta, pezzi di cartilagine, rientrano nella categoria di elementi organici che possono comunque mettere a dura prova la capacità di triturazione da parte del motore. In virtù di questo è pertanto necessario affidarsi a dispositivi in grado di garantire la più totale efficienza nello smaltimento di ogni genere di rifiuto organico.

Tritarifiuti automatico

Tipologie di tritarifiuti

Il costante sviluppo tecnologico ha fatto in modo che le principali case produttrici, realizzassero modelli di tritarifiuti sempre pronti ad adattarsi alle differenti esigenze del consumatore: da strumento inizialmente di nicchia, destinato alla ristorazione, oggi tale elettrodomestico è inevitabilmente entrato a far parte di milioni di case in tutto il mondo. Molteplici sono i modelli di tritarifiuti ad oggi a disposizione. Ecco i principali tra cui poter scegliere.

Tritarifiuti manuale

Il tritarifiuti manuale rappresenta l’erede dei modelli ormai obsoleti, che tuttavia risulta adatto per coloro che presentano l’esigenza di sfruttare lo smaltimento controllato dato dalla necessità di recuperare i materiali di scarto in qualità di compost per l’orto o il giardino, intervenendo manualmente sullo strumento. Tale elettrodomestico non presenta di fatto tecnologie particolarmente avanzate sebbene sia perfettamente in grado di smaltire i rifiuti al pari di un dispositivo automatico.

Tritarifiuti automatico

Il tritarifiuti automatico senza dubbio il dispositivo più commercializzato presente sul mercato, poiché facile da utilizzare, da gestire, rapido ed estremamente sicuro. Tra le molteplici tipologie compaiono dispositivi elettronici che consentono di interagire facilmente con l’elettrodomestico, disponendo di una chiara visione della relativa operatività. Spesso azionabile mediante l’ausilio di pulsanti analogici o digitali, ad oggi rappresenta lo strumento più adatto a soddisfare ogni genere di esigenza.

Tritarifiuti professionale

Anche se gran parte dei dispositivi di smaltimento dei rifiuti ad uso domestico ha col tempo raggiunto uno sviluppo tecnologico tale consentirne l’utilizzo al pari di un vero e proprio strumento professionale, per i locali adibiti a cucina professionale nella ristorazione, vengono messi in primo piano modelli che, per capienza a capacità di triturazione, superano notevolmente le prestazioni dei modelli comunemente domestici, risultando più adatti allo smaltimento di grandi quantità di rifiuti organici. Si differenziano infatti per la presenza di corpi motore più efficienti in grado di supportare facilmente un carico di lavoro notevolmente più alto e prolungato nel tempo, senza subire danni dati dall’usura.

Ogni modello dunque, presenta caratteristiche termine proprie in grado di differenziarlo dal resto dei dispositivi: potenza, capienza della camera di scarico, velocità nella triturazione, disposizione e tipologie di lame previste, sono senza dubbio componenti imprescindibili che consentono di distinguere e definire facilmente l’efficienza di tale elettrodomestico in fase di scelta.

Dissipatore rifiuti

Dotazione e accessori del tritarifiuti

Al fine di dare spazio alla personalizzazione, affinché ogni consumatore sia in grado di adattare tale dispositivo alle esigenze dell’ambiente domestico, il tritarifiuti oltre alle molteplici caratteristiche che distinguono ogni modello, presenta una serie di accessori che consentono di adattarne facilmente le funzionalità ad ogni situazione di riferimento o di utilizzo.

Le frange lunghe ad esempio sono concepite per tutti quei lavandini che presentano un notevole spessore e per i quali appunto è necessario l’utilizzo di una prolunga in grado di connettere l’apertura dello scarico al sistema di smaltimento rifiuti stesso. Alcuni accessori sicuramente degni di nota sono costituiti dal sistema di tubature specifiche che consentono di intercettare il materiale organico procedendo a una successiva triturazione ottimizzata: disponibili infatti sono i modelli specificatamente progettati per essere integrati con tale impianto, garantendo una doppia triturazione del materiale stesso.

Tra le prolunghe che non possono mancare nelle cucine di coloro che per necessità dispongono solo di pochi minuti per fruire del tritarifiuti, sono disponibili cavetterie in grado di garantire la possibilità di installare interruttori posti in posizioni strategiche, volti ad attivare a bloccare il dispositivo a proprio piacimento, procedendo a triturazioni discontinue.

Oltre a tutti i meccanismi volti ad ottimizzare le prestazioni del tritarifiuti in funzione della situazione di riferimento, sono inoltre disponibili prodotti e composti organici liquidi in grado di agevolare lo smaltimento di rifiuti di dimensioni particolari o di specifiche caratteristiche fisiche, quali ad esempio ossa o lische di pesce, o ancora materiali idrorepellenti appiccicosi. Tali referenze facilitano il direzionamento del cibo attraverso le lame, promuovendone lo smaltimento e preservando il dispositivo stesso dai danni provocati dall’usura e da un utilizzo prolungato nel tempo.

Pulizia e manutenzione

Di fatto il tritarifiuti non necessita di notevole pulizia o manutenzione: nonostante questo però, è comunque necessario che gli ingranaggi, essendo a stretto contatto col cibo e alimenti di ogni genere, siano preservati dalla presenza di residui che potrebbero comportare sul lungo periodo, non solo ingorghi e intasamenti ma anche e soprattutto cattivi odori e possibili rigurgiti in superficie. Oltre alla classica pulizia automatica per mezzo dello scorrimento dell’acqua lungo le tubature presenti nel sistema, è sempre opportuno dedicarsi quantomeno a una pulizia superficiale, concentrandosi sull’imbocco attraverso il quale vengono introdotti gli alimenti successivamente convogliati in direzione delle lame.

Esistono pertanto modelli avanzati dotati di sistemi autopulenti, che aiutano l’impianto nella manutenzione automatica ordinaria, di norma costituiti da piccole lame metalliche supplementari che, attraverso un movimento rotatorio inverso rispetto a quelle del sistema principale, aiutano nella rimozione di eventuali residui di cibo che diversamente stazionerebbero all’interno degli ingranaggi.

Qualora tuttavia il modello scelto non presenti tale sistema autopulente, è sempre opportuno verificare periodicamente che le lame siano realmente pulite, prive di eventuali abrasioni e perfettamente allineate le une alle altre, questo poiché una posizione differente comporterebbe inevitabilmente malfunzionamenti compromettendo l’integrità del tritarifiuti.

Svitando il tappo che connette il tritarifiuti al lavandino, di norma è possibile accedere facilmente al vano lame, in modo da rimuovere ogni genere di scarto mediante appositi bastoncini ad uncino: qualora invece si disponesse di più tempo e fosse necessario attuare una manutenzione più accurata, è necessario lubrificare periodicamente le lame, mediante prodotti specifici, sempre dopo aver attuato una pulizia approfondita avvalendosi un getto d’acqua o d’aria deciso e intenso, in grado di rimuovere ogni particella o piccola incrostazione, spesso presente nelle zone particolarmente ostiche da raggiungere.

funzionamento tritarifiuti

Tritarifiuti e Decreto legislativo 16/2008

Spesso il consumatore è portato a diffidare dal tritarifiuti, colto dal dubbio che l’installazione di tale dispositivo risulti legale o meno: ovviamente la risposta è affermativa. Installare un dissipatore di rifiuti è perfettamente legale e a stabilirlo è il decreto legislativo 16/2008, nello specifico il comma 4 dell’articolo 3 del Codice Civile che diffida dall’introduzione di materiale nell’impianto di scarico domestico, fatta appunto eccezione per il materiale organico.

Tale legislazione dunque autorizza la possibilità di installare un tritarifiuti nella propria abitazione, nonostante alcune zone, specie se condominiali ne ostacolino l’utilizzo. Al fine di essere certi di poter utilizzare un dissipatore in problematiche o richiami da parte delle autorità di zona, occorre semplicemente informarsi preventivamente presso l’Amministratore Condominiale o all’Ufficio Comunale Competente: generalmente non sussistono problemi di sorta, questo poiché utilizzare un tritarifiuti rappresenta pur sempre un’operazione volta ad agevolare lo smaltimento di massa dell’organico, normalmente a carico dei Comuni.  Viene da sé che l’utilizzo di un tritarifiuti è di norma consigliato più che ostacolato, nell’interesse dell’ambiente e dell’intera comunità.